Sono trascorsi 40 anni. Il 21 maggio 1980 il parlamento europeo si trovava a dibattere del bilancio e della politica agricola. Il vento sembrava utile, anche se non dirompente, per usare questo momento come vela per «svegliare» la camera dei rappresentanti dei cittadini europei (eletta soltanto dall’anno pirma a suffragio universale e diretto). Altiero Spinelli tenne un discorso importante. Nei suoi 10 minuti a disposizione, espresse tutto il suo disappunto accusando il Consiglio di essere il responsabile della paralisi dell’allora Comunità. Spinelli ricorda nel suo Diario che “la Comunità deve mend or end, e che i progetti di riforma possono nascere dai governi stessi o dal parlamento. Nel primo caso si andrà verso l’Europa alla carta, nel secondo verso l’Europa dotata di istituzioni sovranazionali più forti”. Un discorso fatto quasi nel vuoto del parlamento ma che verrà allegato alla lettera che lo stesso Spinelli chiuderà il 25 giugno, data da cui inizia l’azione istituzionale del Club del Coccodrillo (formalmente fondato il 9 luglio).
Un’azione che nelle intenzioni di Spinelli avrebbe portato il Parlamento europeo a comprendere la necessità di assumere un ruolo costituente. Da quella lettera parole che oggi risuonano ancora una volta come «familiari», per l’attualità, un’Europa che non può lasciarsi travolgere dalle ineviitabili crisi, ma che, grazie proprio al Parlamento europeo, deve farsi protagonista - per dirla con Spnelli - per proporre un nuovo progetto di riforme istituzionali necessarie. Oggi il Parlamento europeo ha una forza (e una coscienza) diverse e potrà svolgere un importante e deciso ruolo utilizzando i mezzi a disposzione per promuovere e convincere le altre istituzioni su un nuovo ambizioso quadro finanziario pluriennale 2021-2027, sul programma Next generation EU della Commissione europea, per la lotta alla crisi e il rilancio dell’economia europea. Un ruolo che sarà fondamentale per condizionare l’auspicata Conferenza sul futuro dell’Europa e procedere verso una riforma strutturale dell’Unione europea e renderla finalmente politica e federale. Con quello che strumento che è fondativo nella visione di Spinelli, un’Assemblea costituente come terminale naturale dei lavori della Conferenza.
Qui il testo della lettera del 25 giugno 1980
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