Emergenza Italiani

, di Stefano Rossi

Emergenza Italiani

A poca distanza dai giorni che rivelavano quello dei rumeni come “Il Problema” del nostro Paese, si offrono ai pantagruelici media nuove immagini di pestaggi, scontri e violenza, che hanno di nuovo come protagonisti gruppi di estrema destra.

Gli scontri di Roma

Due settimane fa se la prendevano con i rumeni per l’orribile massacro di una donna, oggi con la polizia per il tragico incidente all’autogrill vicino ad Arezzo. Cambiano le motivazioni, sempre più pretestuose, ma restano le azioni delle squadracce romane che si fanno giustizia là dove lo Stato non sa o non può arrivare.

In scene degne de «L’alba dei morti viventi», si aggirano per la capitale ragazzi e uomini con tanto di passamontagna e spranghe, per andare a sfogare un po’ di sana violenza contro bersagli accessibili: questura, stazioni della polizia, sede del Coni (quest’ultima è solo un’esca per attirare i poliziotti fuori dagli obiettivi principali). È chiaro che con tale atto si mette in seria discussione la possibilità dello stato di

... cosa abbiano a che fare gli scontri con il calcio, non si capisce ...

garantire la pubblica sicurezza ai cittadini, viene meno il monopolio dell’uso della forza da parte dell’ordinamento statale. Al di là dell’opportunità della scelta operata dal Ministro degli Interni di non rispondere alle aggressioni, assolutamente condivisibile, va tenuto conto del fatto che è successo qualcosa di molto grave: un atto sovversivo.

Cosa abbia ciò a che fare con il calcio, non si capisce: ma a ben pensarci, facendo apparire questi spaventosi avvenimenti come scaturiti dal mondo del calcio, gli stessi sono resi con meno allarme sociale, come un’appendice aberrante ed eccezionale di uno sport, di un gioco, di un fenomeno di costume.

... un atto sovversivo ...

Se il collegamento con il gioco del calcio è eziologicamente difficile da cogliere, sembra invece più limpido quello che si instaura a livello politico. Una serie di circostanze fanno infatti pensare ad una rinascita repentina ed esplosiva di movimenti di estrema destra, che storicamente trovano terreno fertile nella xenofobia, nella violenza, nella contrapposizione frontale con il nemico.

Ultràs nelle strade e nella politica

Le parole d’ordine cambiano ma la retorica è analoga a quella del Ventennio: la Destra di Storace e Santanchè si è presentata a Roma come il partito degli “incazzati”, non rinuncia ai saluti romani, si fa portatrice delle istanze di quegli elettori che non intendono più sopportare (cosa poi? Forse la dialettica democratica..), cavalca l’antipolitica con la violenza, e non con il dialogo.

I gruppi criminali (chiamati ultras da taluni) che hanno cercato lo scontro con le forze dell’ordine e che hanno portato a termine vere e proprie azioni terroristiche (questo è il reato contestato ai pochi arrestati) sono tutti accomunati dagli stretti legami con i movimenti neo-fascisti. Sembra che però di questo in pochi si preoccupino, preferendo i più rendersi ridicoli con lo stop dei campionati delle serie inferiori, e non quello della A, con la goffa presenza di calciatori e politici ai funerali del ragazzo ucciso, con l’imprudente strumentalizzazione della disgrazia.

... l’emergenza è degli italiani che stanno dimostrando di mal sopportare gli oneri della democrazia ...

Il copione è dunque lo stesso della caccia al rumeno scatenatasi sempre nella capitale qualche tempo fa: ma se gli attori, i registi e i produttori sono gli stessi, non si starà piuttosto trattando di un problema tutto italiano, che poco ha a che fare con i rumeni e con il calcio?

In risposta agli articoli che hanno titolato “emergenza rumeni”, rispondo amichevolmente con una provocazione: l’emergenza è degli italiani, che stanno dimostrando di mal sopportare gli oneri della democrazia, in rigurgiti violenti che fanno accapponare la pelle.

Fonte dell’immagine: Flickr.com - Reporter Gimmi

Tuoi commenti
  • su 16 novembre 2007 a 16:06, di Pietro In risposta a: Emergenza Italiani

    Nell’articolo si citano due avvenimenti recenti, la questione rumena e quella delle aggressioni dei tifosi, per cercare di dimostrare come ci sia una deriva da estrema destra in ambito italiano. Quindi per sostenere questa ipotesi si citano due avvenimenti che hanno coinvolto poche persone in entrambi i casi, ma che sono stati ingigantiti dalla stampa. Infondo i rumeni colpevoli erano pochi, anche se certamnete c’e’ un serio problema di criminalita’ fra gli immigrati; dall’altro punto di vista i tragici avvenimenti successi fra pochi tifosi, hanno dato il motivo ad altri ultras per sfogare antichi rancori con le forse di polizia e quindi con i vari provvedimenti presi in passato per limitare la violenza negli stadi. Anche le cose fatte da questi ultras sono state evidentemente ingigantite dai mezzi di informazione e ne hanno fatto un’emergenza nazionale. Da un certo punto di vista e’ fastidioso pensare che l’opinione della societa’ sia quella dei mezzi di informazione ; alla fine e’ pur sempre vero che sono i violenti quelli che si fanno sentire di piu’ (e a cui i media danno piu’ voce). Quindi ci sono tanti eventi riconducibili alla destra, eventi comunque piccoli e che alla fine fanno parte della democrazia: personalmente ho sempre pensato che un po’ di fascismo o di comunismo faccia sempre bene per fare funzionare una democrazia, nel senso di tendere a quei pochi valori positivi che comunque devono avere. Quindi io non sono convinto che l’emergenza fascista sia cosi’ grave e ci sia da preoccuparsi. Tuttavia, supponendo che effettivamente ci sia tale deriva, proviamo a ragionare sui quali possnao essere i motivi. In primo luogo queste forze forti potrebbero sentire il bisogno di entrare in gioco quando sentono che la forza della politica e’ troppo debole. Se la politica e’ immobilista, puo’ benissimo nascere il desiderio di fare azioni di forza (poi si arriva alle estremizzazioni di qualche esagitato). In secondo luogo potrebber essere il simbolo di un malcontento generalizzato: eccessiva criminalita’ e quindi bisogno di sicurezza, paura per il proprio futuro e quindi una chiusura nazionalista. L’ultimo punto potrebbe quindi anche includere un rifiuto piu’ o meno inconscio a politiche europeiste. L’ultima considerazione potrebbe non piacere ai frequentatori di questo web-zine, pero’ continuo a rimanere dell’idea che non bisogna mai ascoltare chi parla piu’ forte, sottovoce si possono dire delle cose molto piu’ vere e intelligenti.

  • su 19 novembre 2007 a 22:12, di stefano In risposta a: Emergenza Italiani

    Caro Pietro, sono contento che tu abbia risposto all’articolo mettendo in luce proprio i punti su cui ho insistito di più. La mia idea, che ho cercato di esprimere nella maniera più seria ed incisiva possibile, è che siamo in un momento storico particolare e la nostra società è scossa da correnti di cui a mio parere non ci rendiamo ancora bene conto. E’ vero che movimenti più o meno estremi in genere sono sintomo di buon funzionamento della democrazia, perchè significa che c’è spazio per le minoranze e lo stato è talmente forte da poterli tollerare senza preoccuparsi troppo. Quello che io denuncio è la crescita di questi movimenti a livelli anormali: il passaggio spesso oscuro dall’eccezione alla normalità che si sta respirando in questi tempi mi preoccupa, e per questo non temo di cadere nella trappola del sensazionismo nel parlare di ciò. Concordo con te sul fatto che la politica non riesce a dare risposte soddisfacenti alle richieste dei cittadini, ma credo anche che l’Europa sia la via di salvezza. Vorrei continuare a poter parlare sottovoce con le altre persone, e proprio per questo voglio capire chi urla.

  • su 17 aprile 2008 a 17:09, di Viviana Rospetti In risposta a: Emergenza Italiani

    perfettamente d’accordo con il titolo oserei dire che l’emergenza è ancora più estesa perchè si è notevolmente abbassata l’età di aggregazione di questi (vogliamo cominciare a chiamarli con il loro nome?) delinquenti. Perchè è vero che delinquono. Smettiamola di attenuare i toni definendo disagio lo stupro, l’estorsione, l’atto di vandalismo, la violenza fine a se stessa, il disabile umiliato picchiato e filmato con il telefonino da onorevoli figli di onorevoli famiglie. Le famiglie. LE FAMIGLIE che non sanno ciò che passa nella testa a questi begli esempi di gioventù. LE FAMIGLIE che spesso «coprono» i misfatti dei loro pargoli,leggittimando di fatto queste devianze. I giovani che si aggregano nei naziskin o quelli che sbandierano falci e martelli che spesso fanno cozzare in testa agli altri con la scusa della partita. Non sono fenomeni marginali, sono la punta dell’iceberg della nostra gioventù diventata sempre più superficiale, egoista, blindata nei sentimenti e senza più indignazione. Senza rispetto per genitori, insegnanti, educatori, anziani, animali... Bisogna ricominciare da capo. Educazione nel senso più profondo del termine. Sempre che questa parola significhi ancora qualcosa per qualcuno.

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