Fare della contraddizione tra i fatti e i valori una questione personale

, di Massimo Vannuccini

Fare della contraddizione tra i fatti e i valori una questione personale

Spesso, come militanti federalisti, ci chiediamo cosa ci sia possibile fare per contribuire alla costituzione degli Stati Uniti d’Europa e in cosa consista l’apporto del nostro granello di sabbia.

La battaglia campale per l’unificazione europea, ormai lunga settant’anni, ci impone, in quanto federalisti, di essere sempre in grado di far passare le nostre istanze adattandoci al clima e alle condizioni politiche che via via il panorama europeo ci presenta; tale capacità di adattamento è l’essenza stessa della nostra azione. Essere in grado di comunicare con forza il nostro messaggio significa fare un passo in più, piccolo o grande che sia, verso l’Europa federale.

La Gioventù Federalista Europea Toscana, sabato 22 Settembre a Pisa, ha deciso di ribadire con forza il senso della buona battaglia, unendo all’invio di una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, un’azione forte ed eclatante, per affermare con decisione l’importanza e il significato dei simboli dell’azione federalista.

Troppo spesso, come federalisti, abbiamo temuto di scendere in piazza; timorosi di fallire abbiamo limitato l’azione pubblica, scegliendo altre vie dell’agire politico. Oggi però tornare nelle strade è per la nostra organizzazione di fondamentale importanza; non è più il tempo della “lunga marcia nel deserto”, dove lo stallo del processo di integrazione europea imponeva un ripensamento dell’azione e un rafforzamento dell’organizzazione. Oggi le forze federaliste devono giocarsi il tutto per tutto perché questo è il momento storico in cui la Federazione europea può esser fatta!

Smettiamo dunque di temere la piazza e riacquistiamo l’orgoglio dei nostri simboli, come la GFE toscana ha fatto in Piazza dei Miracoli. L’avanguardia del popolo europeo non può tirarsi indietro dalla responsabilità che la natura stessa della battaglia federalista gli impone.

Con la lettera che segue, i federalisti toscani chiedono al Presidente della Repubblica, massimo rappresentante di coloro che possono direttamente ed efficacemente incidere nelle scelte politiche europee, un impegno ancora più forte e deciso verso l’unità politica del Vecchio continente. Noi federalisti continueremo a fare della contraddizione tra i fatti e i valori una questione personale; la via la conosciamo.

Al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano,

Scriviamo a nome del Movimento Federalista Europeo e della Gioventù Federalista Europea Toscana, chiedendoLe un attimo di attenzione da dedicare a questa breve lettera.

Nonostante la situazione politica italiana richieda sempre il Suo impegno, profuso incessantemente, affinché il Paese possa superare questo difficile momento storico, Le scriviamo nella consapevolezza che il destino italiano sia indissolubilmente legato al futuro dell’Europa Unita.

È chiaro ormai quale sia il bivio di fronte al quale il Vecchio continente si trovi: la crisi del debito sovrano e le dolorose, seppur necessarie, politiche di austerità hanno reso palesi le contraddizioni vigenti nell’assetto istituzionale dell’Unione europea; o l’Europa procederà avanti con decisione nel cammino dell’integrazione politica oppure andrà perduta la più grande esperienza storica di convivenza pacifica del genere umano.

Ci troviamo in uno di quei momenti storici che rappresentano una cesura, una spaccatura tra passato e futuro, un’epoca in cui necessariamente la politica deve mostrare il suo lato più nobile: realizzare i sogni e le prospettive per il futuro, rischiarando la via da seguire alle generazioni che verranno.

Da sempre Lei, indossando le vesti della più alta carica dello Stato italiano, ha ricordato l’importanza contingente e futura dell’Europa, ponendola al primo posto in ogni suo discorso e dichiarazione, rinsaldando nel popolo italiano la fiducia verso tale Progetto. Più che mai negli ultimi mesi ascoltare le Sue prese di posizione in nome dell’unità politica europea ha reso più salda e fiera la nostra organizzazione verso la battaglia che da quasi settanta anni conduciamo, ma ancora non può bastare.

La crisi economica colpisce duramente e quotidianamente i cittadini italiani ed europei; in particolare i giovani soffrono della mancanza di lavoro e di opportunità; soffrono perché mancano le prospettive, manca la possibilità di sognare il proprio futuro. Per questo Le chiediamo, Presidente, di fare ancora di più affinché l’Europa recuperi il tempo perduto nel processo di integrazione europea, rischiarando la prospettiva degli Stati Uniti d’Europa. Restituire i sogni ai giovani significa fare uno sforzo creativo, come ci avrebbe sicuramente ripetuto oggi Robert Schumann, al fine di porre le basi, stavolta davvero solide, perché gli Stati europei si uniscano in Federazione e facciano della crisi la grande opportunità per l’avvenire dei propri cittadini.

La realizzazione del sogno europeo significa compiere la battaglia che i padri fondatori del Nostro Paese e, dopo di loro, gli uomini della Resistenza intrapresero affinché libertà, uguaglianza e democrazia trionfassero in Europa; Noi federalisti europei non ci tireremo indietro in tale battaglia, continuando nella nostra lotta giorno dopo giorno, portando ognuno il proprio granello di sabbia. Troppo spesso le generazioni che ci precedono non fanno che ripetere che è compito nostro cambiare le cose; purtroppo per una miopia deresponsabilizzante non si comprende che in questi tempi non sono certo i giovani a detenere il potere di agire sui governi, sull’economia, sulla crisi internazionale! Sul piano istituzionale non possiamo far altro che appellarci a Lei e a chi ci precede per avere la garanzia effettiva perché possa ancora esistere un futuro in cui potremo attivarci.

Per questo chiediamo a Lei, Presidente della Repubblica Italiana, di far quello che Noi non possiamo fare, ossia impegnarsi in maniera ancor più netta e decisa affinché l’Europa non resti un sogno vacuo ma divenga una solida realtà e una speranza per cui valga la pena di credere da cittadini italiani ed europei.

Fonte dell’immagine: Flickr

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