Uno dei buoni frutti dell’âge des lumières e della Rivoluzione Francese è senz’alcun dubbio la celebre terna: Liberté, Égalité, Fraternité – Libertà, Uguaglianza, Fratellanza; a questi elementi però si è soliti aggiungerne un quarto: la Tolérance – Tolleranza. E il triangolo ideale diventa un quadrato. Simbolicamente non è più solo perfetto (il 3) ma anche giusto (il 4).
I principi di questa quaterna, assieme all’uso costante e libero della ratio, sono profondamente insiti nel pensiero federalista. Non v’è nascita dell’Uomo Nuovo senza l’interiorizzazione di questa quaterna figlia di uno dei momenti più alti e intensi della storia d’Europa, della nostra storia. Se la libertà è la condizione necessaria e imprescindibile per un agire umano dignitoso – essa è, ricordiamo, la caratteristica fondamentale che distingue il servo dal cittadino, il membro della comunità da colui che ne è escluso – è la tolleranza che, con l’Illuminismo, viene ad assumere un significato nuovo e rivoluzionario nella storia del pensiero umano. Il concetto di tolleranza assume una connotazione ben più alta della semplice sopportazione, concetto latino dal quale primariamente derivava, giacché l’azione paziente che deriva dall’esercizio della tolleranza riconosce che le idee dell’altro hanno lo stesso diritto di esistere delle nostre (mentre la sopportazione implicava una necessaria superiorità del sopportante rispetto al sopportato). Essa è, quindi, il punto di partenza e di arrivo del percorso ideale illuminista. Se le idee dell’altro hanno lo stesso diritto di esistere delle nostre allora anch’egli ha lo stesso diritto di esistere di noi: sarà quindi inconcepibile uccidere per delle idee! Ecco perché il federalismo europeo, sin dalle sue più antiche radici, è profondamente intriso dai valori della non violenza, del rispetto e della pace. A differenza dei militanti di tutti gli altri movimenti che sono nati rivoluzionari, per il federalista europeo l’idea di ricorrere alla violenza per avere la meglio sugli oppositori non è soltanto sbagliata, ma semplicemente inconcepibile.
La tolleranza, quindi, implica l’uguaglianza. «Siamo tutti cittadini!» dicevano sovente i rivoluzionari parigini: ebbene, siamo cittadini in virtù della nostra uguaglianza in dignità, diritti e doveri gli uni gli altri. È grazie a questa uguaglianza che siamo cives, che siamo cittadini, che possiamo vivere in società ed essere parte attiva della medesima comunità. Il federalista europeo accoglie l’aspirazione illuministica di «rischiarare le tenebre dell’ignoranza» per fare "di tutto il mondo un’unica, grande, comunità, in cui nessun uomo sarà suddito o schiavo d’un altro uomo, ma saranno tutti liberi cittadini".
Dall’uguaglianza deriva la fratellanza: poiché siamo una società di simili, con parità di dignità, diritti e doveri, allora da ciò deriva che siamo tutti fratelli nella grande famiglia del genere umano. Ed è perciò naturale conseguenza essere inclini a collaborare gli uni gli altri con uno spirito solidale. Come non riconoscere l’affinità di questo principio con il nostro desiderio di unificare l’Europa e il mondo in una grande federazione di popoli? Ed ecco che siamo tornati alla tolleranza, il punto di partenza, perché il considerarsi tutti come fratelli la rafforza, e le permette di mettere radici profonde nella società.
Questi concetti sono espressione di pensieri di oltre ventitré secoli fa, eppure quali valori sociali sono più utili e necessari di questi anche oggi? Quale sistema di valori più aderente alla nostra lotta? Costruire l’Europa della pace, della solidarietà, della cultura, dei diritti, della giustizia, questo era il sogno dei padri dell’Età dei Lumi. Sogno trasformato in progetto dai padri del Federalismo Europeo.
L’Illuminismo coi suoi valori di libertà, uguaglianza, fratellanza e tolleranza, assieme a tutto il bene che ne è conseguito, è il dono culturale più grande che l’Europa abbia fatto al mondo: a noi l’onore e l’onere di mantenere ardente questa fiaccola e di metterla in pratica nella vita di tutti i giorni.
1. su 25 settembre 2012 a 17:36, di Carlo Ceruti In risposta a: I valori dei Lumi: dal sogno al progetto
Questo articolo è interessante, ma trascura una questione importante: se un uomo sviluppa delle idee, che, applicate, danneggerebbero altri uomini, a chi spetta il compito di giudicare quelle idee e agire di conseguenza? Faccio un esempio: gli scienziati di tutto il mondo, coordinati dalla NASA hanno lavorato per decenni ed hanno stabilito che se ogni uomo produce più di 2 ton di CO2 all’anno a testa danneggia il pineta. Noi europei ne produciamo 12, i nord americani 24, gli indiani 2, gli africani 0,7. I media trascurano questa notizia sgradevole. Gli scienziati affermano che non arriveremo al 2100. I vescovi cattolici tedeschi nel 1997 hanno pubblicato un libro per avvisare gli uomini della gravità della situazione e esortare a fermare subito l’aumento della popolazione mondiale. Poi hanno ritrattato. Le 2 ton comprendono sia la CO2 prodotta dal singolo, che la quota di quella prodotta dallo stato per lui. Per le nostre necessità personali, non dovremmo superare 1 ton a testa. Gli sviluppi delle fonti rinnovabili e il risparmio energetico, come vengono fatti attualmente nel mondo, sono assolutamente insufficienti. Faccio un altro esempio: l’ONU pubblica ogni anno il numero degli uomini denutriti. Attualmente sono un miliardo e 50 milioni. Il numero continua a crescere. Alcuni decenni or sono i pescherecci dell’Africa e del sud America vendevano alle popolazioni locali i pesci poco pregiati, mentre i più pregiati erano in gran parte mandati nel nord America e in Europa. Poi le ditte che producono alimenti per cani e gatti hanno acquistato tutti i pesci poco pregiati danneggiando le popolazioni locali. Dovremmo sterilizzare cani gatti e rinunciare agli animali domestici. Chi propone, fra l’altro, di rinunciare al riscaldamento invernale e al condizionamento estivo e agli animali domestici, azioni assolutamente indispensabili, anche se non sufficienti, deve accontentarsi di agire da solo. Ma questo è un danno generale. Chi avesse dei dubbi potrebbe chiedere al tesoriere del MFE, Claudio Filippi. Mi piacciono i suoi scritti su ecologia e problema energetico.
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