Il Trattato di Schengen e le contraddizioni ancora da superare nell’Europa a più velocità

, di Movimento Federalista Europeo

Il Trattato di Schengen e le contraddizioni ancora da superare nell'Europa a più velocità

Nel 1952 il Consiglio dei Ministri degli Esteri della C.E.C.A. dava mandato alla Assemblea costituita con detto Trattato, trasformata in Assemblea “ad hoc”, di redigere il testo del progetto di Trattato della “Comunità Politica Europea”.

Di contro il comportamento arrogante e politicamente inopportuno assunto, nel corrente anno, dal Consiglio dei Ministri dell’Interno della Unione Europea, consistente nell’apportare modifiche al Trattato di Schengen:

a) aggiunge ai due casi previsti di chiusura delle frontiere nazionali per motivi di sicurezza (derivanti da eventi programmati o eventi imprevedibili incombenti) un terzo motivo collegato alla supposta insicurezza dipendente da insufficienti controlli ai confini esterni dell’Unione, per un periodo di sei mesi, prorogabile per un lasso di tempo uguale;

b) la motivazione, chiaramente collegabile all’accentuazione dei flussi migratori dal Nord Africa, viene assunta in base all’articolo 70 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (riguardante anche la sicurezza degli Stati) e non in relazione all’articolo 77 del predetto Trattato (concernente la Politica dell’emigrazione) con l’evidente intento di evitare, da parte di tutti i paesi aderenti al Trattato che hanno unanimemente condiviso questa procedura, la codecisione legislativa con il Parlamento Europeo;

c) delegittima gli appositi Organismi dell’Unione nel settore della sicurezza delle frontiere esterne, effettuando scelte di carattere nazionale.

Il MFE sottolinea la estrema pericolosità di tale decisione che può facilmente essere usata anche contro i cittadini dell’Unione, riducendone la mobilità e le occasioni di lavoro e, quindi, aggravando la crisi economica incombente. Tale decisione è altresì connessa ad una sempre più accentuata e deprecabile “gestione intergovernativa” del processo di integrazione europea e, di conseguenza, all’aumento del “deficit democratico” dell’Unione.

Per questo il MFE

  esprime la propria solidarietà al Parlamento Europeo per la lotta che conduce, in atto, contro l’arbitraria decisione del Consiglio dei Ministri dell’Interno, ma, contemporaneamente, invita il Parlamento a non limitarsi ad una azione difensiva delle proprie prerogative, bensì a promuovere una congrua e decisa iniziativa politica per un nuovo progetto di Costituzione Federale dell’Unione, che elimini le contraddizioni insite nei Trattati, come già tentato 1953 e nel 1984 (prima legislatura nella quale i Parlamentari sono stati eletti a suffragio universale diretto), nonché nel 2003, partecipando ai lavori per la stesura della Costituzione Europea;

  e reputa di privilegiare, per quanto attiene l’iter costituzionale, un’iniziativa che tenga conto dell’urgenza di realizzare la federazione europea a partire dai paesi dell’eurozona, nel momento in cui la crisi, nonostante i provvedimenti presi, rischia di travolgere insieme all’euro l’intero progetto europeo.

6 Luglio 2012

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