Questa presa d’atto spiega la totale dipendenza dell’Unione europea a fronte degli stati membri, principali contribuenti del bilancio. Quest’ultimi decidono infatti l’ammontare reale massimo del loro contributo. Si arriva al punto di vedere i paesi più ricchi (la Francia in testa) che si congratulano con la Commissione perché presenta un bilancio con l’1,04% del PIL. Bella solidarietà europea!
Inoltre, i finanziamenti del bilancio mancano di trasparenza per il cittadino. Per esempio, i nostri concittadini non conoscono la parte dell’IVA destinata all’Unione Europea per i prodotti acquistati.
D’altra parte, il Parlamento europeo non può dare che un parere consultivo sulla maggioranza delle spese, ovvero le spese obbligatorie. Essendo questa la sola istituzione a livello europeo a essere eletta dai cittadini, noi possiamo inquietarci che il Parlamento europeo sia considerato una semplice camera confermativa e quindi della mancanza di democrazia nell’elaborazione del bilancio dell’Unione europea.
A questi problemi di democrazia si aggiunge la competizione tra gli Stati da un lato per pagare il meno possibile, dall’altro a ottenere più denaro, secondo la teoria del “giusto ritorno” affermata da Margaret Thatcher. Questa situazione è lontana da quello che dovrebbe essere la partecipazione degli stati al progetto europeo. È tempo di rafforzare la solidarietà tra i cittadini europei, facendoli partecipare più attivamente al bilancio dell’Unione europea. Questa partecipazione al bilancio deve essere tale che i cittadini, quali che sia il loro paese d’origine, a fronte di un’uguale situazione finanziaria, siano messi su un piano di parità.
Affinché l’Europa divenga realmente efficiente, è necessario che il suo bilancio sia indipendente da quello degli Stati, conformemente al principio di sussidiarietà. Per far ciò, essa si deve dotare di risorse proprie, stabili e trasparenti che permettano una maggiore visibilità sulle questioni finanziarie e una flessibilità più importante nelle scelte di bilancio.
Soluzioni proposte
Messa in atto di prelievi diretti dell’Unione europea (imposte e/o ripartizioni sociali), che siano esse totalmente nuove o che si adattino sui prelievi esistenti, con lo scopo di finanziare direttamente il bilancio europeo. Questi prelievi entreranno in vigore preferibilmente in tutti i 27 paesi o solo in una parte di essi se la maggioranza di essi lo decidesse.
Una rifondazione del bilancio dell’Unione europea. In effetti non è concepibile per i cittadini l’introduzione di una nuova forma di finanziamento dell’Unione europea senza riorganizzare la ripartizione del bilancio attuale.
Imprese, federazioni, sindacati, ONG, associazioni, think tank e comunità locali… 35 organismi ad oggi, hano risposto all’inchiesta di EurActiv France sulle aspettative della società civile per la presidenza francese dell’UE nel secondo semestre del 2008.
Per vedere questo dossier (in francese): clicca qui
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