UE/Campagne transnazionali per una «democracia real» continentale

Saranno i movimenti a salvare l’Europa dal liberismo selvaggio

, di Nicola Vallinoto

Saranno i movimenti a salvare l'Europa dal liberismo selvaggio

Nel 2001, anno del G8 di Genova, l’Europa intraprendeva il processo costituente che si è concluso, dopo diversi arresti, nel dicembre 2009 con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Nonostante il lungo percorso decisionale il Trattato non ha sciolto i nodi fondamentali della democrazia e non ha visto la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini europei con la sola eccezione della Francia dove il referendum sulla Costituzione europea ha generato un dibattito che ha coinvolto tutto il Paese.

La crisi economico-finanziaria iniziata nel 2008 ha evidenziato i limiti e le contraddizioni irrisolte del Trattato di Lisbona: il fatto, ad esempio, di avere una moneta unica, l’Euro, senza un vero governo dell’economia. E ha riaperto così il cantiere della democrazia europea. L’Europa, infatti, si trova davanti ad una scelta non più dilazionabile: da una parte la chiusura identitaria e nazionalista che porta all’inevitabile decadenza della civiltà europea; dall’altra l’apertura cosmopolita e federalista che conduce al progetto di un’Europa ‘libera e unita’ indicato nel 1941 nel Manifesto di Ventotene di cui quest’anno ricorre il settantesimo anniversario.

La mobilitazione di reti, campagne e coalizioni transnazionali intorno ai temi dei beni comuni sovranazionali costituirà l’elemento centrale per la costruzione di un’altra Europa capace di bilanciare gli effetti negativi della globalizzazione economica neoliberista con la globalizzazione dei diritti e della democrazia.

Le vicende degli ultimi mesi ci restituiscono un’Europa in forte difficoltà che, invece di offrire una sponda ai popoli del Maghreb e del Mashrek, si chiude a riccio con preoccupanti fenomeni di nazionalismo e di xenofobia. La reazione europea agli storici eventi dei Paesi del Nord Africa, infatti, è stata quella di alzare nuovi muri e di chiudere le frontiere. Basti pensare alle centinaia di persone in fuga dall’Africa morte nel canale di Sicilia e alla revisione del Trattato di Schengen proposta da Francia e Italia che ha già indotto la Danimarca a reintrodurre controlli piu’ stretti ai propri confini.

Di fronte a questa crisi di identità europea abbiamo le prime reazioni dei giovani europei ai quali è stato rubato il proprio futuro: non ultimo il movimento 15-M degli ’indignados’ che chiede ’democracia real’. Uno degli slogan mostrati dai giovani spagnoli dice ‘People of Europe rise up’ (“popolo europeo sollevati”) che è la stessa richiesta giunta dai giovani greci durante la crisi economica dello scorso anno.

C’è in tutta Europa una domanda inevasa di alternativa politica che chiede pace, democrazia, lavoro, giustizia e libertà. Tali richieste non possono essere soddisfatte dai governi nazionali nè tanto meno dai partiti politici nazionali. E nessuna risposta viene fornita, al momento, dalle forze politiche europee. Un’alternativa può venire, forse, da quel movimento altermondialista che ha dato vita al processo partecipativo del Forum sociale mondiale, nato a Porto Alegre nel 2001.

L’appuntamento del forum Genova 2011 può essere l’occasione per cominciare una nuova narrazione politica, sociale e istituzionale dell’Europa a partire dal basso con la partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine d’Europa, e in particolare di quei soggetti che saranno la base della prossima rivoluzione della democrazia europea: i migranti e i precari.

L’obiettivo del ciclo di seminari sulle iniziative dei cittadini europei e dell’assemblea dell’altra Europa, previsti nel programma del forum Genova 2011, è la costruzione di uno spazio pubblico di dimensioni continentali da riempire di contenuti partecipativi, sociali, ecologici premessa indispensabile per la realizzazione di una Europa federale. Tra i diversi eventi che parlano di Europa si segnala lo spettacolo musicale ‘Europa che passione: storia di un’amore tormentato’ che conclude il programma del ‘Forum cultura’ la sera di venerdì 22 luglio.

Da Genova può partire la ri-costruzione di una rete sovranazionale a cominciare dalle iniziative dei cittadini europei (reddito minimo, cittadinanza di residenza, acqua bene pubblico, piano di sviluppo economico socialmente ed ecologicamente sostenibile, uso sociale dei beni confiscati alla mafia, ecc.), dalle alternative per un nuovo modello di sviluppo, energetico e di consumo, da nuove relazioni con i paesi in via di sviluppo e da percorsi costituzionali che portino a una democrazia europea compiuta.

La primavera araba non deve essere la fine del sogno europeo ma rappresentare l’inizio della narrazione di un’altra Europa e il forum Genova 2011 può costituire la prossima tappa della #europeanrevolution.

L’articolo è stato pubblicato da Liberazione il 1° luglio 2011

Fonte immagini: Wikimedia e Flickr

Tuoi commenti
moderato a priori

Attenzione, il tuo messaggio sarà pubblicato solo dopo essere stato controllato ed approvato.

Chi sei?

Per mostrare qui il tuo avatar, registralo prima su gravatar.com (gratis e indolore). Non dimenticare di fornire il tuo indirizzo email.

Inserisci qui il tuo commento

Questo campo accetta scorciatoie SPIP {{gras}} {italique} -*liste [texte->url] <quote> <code> ed il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare paragrafi lasciare semplicemente delle righe vuote.

Segui i commenti: RSS 2.0 | Atom