Troppi Turchi per la Merkel

, di Jacopo Barbati

Troppi Turchi per la Merkel

Nei giorni 30 e 31 del mese di marzo del 2010 il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, è stata in visita in Turchia. Con circa 3 milioni di turchi che vivono e lavorano in Germania, sarebbe stato difficile tacere completamente sulla questione “integrazione”. E infatti Frau Merkel ha colto l’occasione, alla vigilia del viaggio, per ribattere a una dichiarazione in merito del Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdoğan.

Scuole turche in Germania

La dichiarazione in questione risale all’ultima visita in Germania di Erdoğan e riguarda l’istituzione di scuole bilingue turco-tedesche in Germania, nell’ottica, già espressa nel 2008, che “l’assimilazione è uno dei più grandi crimini contro l’umanità”. Dal canto suo, Angelona ha risposto che parlare la lingua della nazione che ti ospita non rappresenta un tentativo di assimilazione, bensì di sacrosanta integrazione; chiudendo così ogni possibilità alla creazione di scuole turche in Germania. Il ragionamento potrebbe anche essere condivisibile, se non fosse che, come ha fatto notare

... l’assimilazione è uno dei più grandi crimini contro l’umanità ...

pochi giorni dopo addirittura Gehrard Schröder in un suo intervento su Das Bild, la Germania già ospita istituti scolastici bilingue francesi, inglesi, greci e altri e che, soprattutto, esistono scuole tedesche in tutto il mondo, anche in Turchia: la stessa Merkel, durante il suo viaggio istituzionale, ha visitato la scuola tedesca di Beyoğlu e lì una allieva le ha fatto notare che uno dei problemi principali dell’istituto fosse la mancanza di integrazione tra gli scolari tedeschi e quelli turchi. Che la Merkel avesse ragione?

Specchietto per le allodole

Ma forse no, forse la Merkel non ha ragione, nonostante la fondata osservazione di quella ragazza. Di scuole bilingue ne esistono a bizzeffe in tutto il mondo, di tutti i tipi, e hanno sempre rappresentato parti fondamentali di processi integrativi ad ampio respiro. E poi, pare strano che Angelona si occupi di un argomento

... Germania e Turchia e gli argomenti caldi: Iran, Cipro, l’ingresso nell’UE...

così marginale. No, ci deve essere dell’altro. E in effetti dell’altro c’è: il Governo tedesco ha delle posizioni incompatibili con quelle della Turchia in almeno altri tre campi. Il primo riguarda l’Iran: la Germania si aspetta che la Turchia appoggi eventuali sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro l’Iran, ben sapendo che difficilmente Erdoğan (che nel frattempo dichiara: “Siamo dell’idea che le sanzioni non siano un percorso sano. La via migliore è quella della diplomazia”) si metta contro Ahmadinejad. Il secondo riguarda Cipro: nel 1974 l’isola, che comprende una minoranza turca del 18% circa della popolazione, venne invasa dalla truppe turche che di fatto divisero il Paese in due parti: la parte nord, abitata dai ciprioti turchi, e quella sud, abitata da ciprioti greci. Tale divisione è rimasta tuttora e solo nel 2008 venne abbattuto l’ultimo muro che divideva le due comunità a Nicosia. La parte greca di Cipro non è ancora stata riconosciuta dalla Turchia, e la Merkel ha appena chiesto di farlo. Seconda provocazione. La terza, e definitiva, provocazione, riguarda l’ingresso turco nell’UE: secondo il Cancelliere tedesco la Turchia non riuscirebbe mai a soddisfare i 35 requisiti richiesti per l’adesione come membro effettivo, ma solo 27 o 28: dovrebbe quindi lavorare su una forma di “partenariato privilegiato”.

Reazioni

Questo ha chiaramente mandato su tutte le furie la stampa turca: il quotidiano Vakit è arrivato a scrivere che Angela Merkel “sta tentando di preservare la sua amministrazione diventando l’ultimo nazista della Germania, dove la simpatia verso il fascismo è aumentata”. Di certo una dichiarazione forte, ma che ben riflette lo spirito di un Paese che da anni si sta impegnando per ottenere l’adesione completa all’UE e che ha per questo intrapreso una serie di coraggiose riforme amministrative.

... il problema del primato ...

Sembra ancor più strano che tanta ostilità venga proprio dal Paese che ospita il maggior numero di turchi in Europa e con il quale la Turchia intrattiene scambi commerciali da decine di miliardi di Euro (25 nel 2008). Una domanda che potrebbe sorgere spontanea è: se la Turchia fosse un Paese da 2 milioni di abitanti anziché 75, ossia poco meno dei tedeschi che correrebbero il rischio di essere raggiunti e superati (e quindi non essere più i più numerosi in Europa), tale ostilità sarebbe presente nella stessa forma… ?

Fonte dell’immagine: World Wide Web

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