Tulipani gialli ed altri fiori dal mondo (VII)

, di Claudia Muttin

Tulipani gialli ed altri fiori dal mondo (VII)

CAPITOLO SETTIMO - Vecchie orme, nuove orme

Ero ricorso ancora una volta all’indispensabile aiuto del nonno e all’indomani della nostra piacevole scoperta come prima cosa ci precipitammo alle poste per inviare anche a Valentijn una copia dell’articolo. Per una buona abitudine che avevo maturato nel tempo salutai l’effige di Altiero Spinelli che dal suo francobollo avrebbe custodito la lettera e corsi all’ufficio della mamma. A casa non avevamo un computer ed io non avevo mai sentito il bisogno di possederne uno, ma la questione era così complicata da richiedere un aiuto “informatico”. Per nostra fortuna, nel frenetico Ventunesimo secolo, Europa non vuol dire solo integrazione culturale, moneta unica, assenza di frontiere e straordinarie amicizie, ma anche fittissima circolazione di informazioni; in una parola: internet. Cercando uno ad uno i tasti esatti sulla tastiera, digitai “I Sognatori” ed avviai la ricerca. Immediatamente comparvero sullo schermo una serie infinita di siti. L’imbarazzo della scelta aliment˜ il mio entusiasmo ma dovetti ben presto fare i conti con qualche migliaio di blog assurdi, link sponsorizzati e contatti vari di sognatori sè, ma poeti o adolescenti: nessuna traccia dei personaggi misteriosi che l’articolo aveva presentato come “i Pionieri dell’integrazione europea”.

Me ne tornai a casa esausto e decisamente con troppi pensieri per la testa. Trovai sulla scrivania ad aspettarmi ben tre nuove buste colorate e prima di pranzo, mentre il mio entusiasmo precipitava pericolosamente mi misi a leggerle, alzando di quando in quando lo sguardo sulla foto di Valentijn con sullo sfondo la piazza di Maastricht. Ebbene, erano tutti nuovi aspiranti Tulipani Gialli… di quel passo avremmo superato ben presto i ventisette! Con calligrafie ordinate e un inglese traballante mi scrivevano Andrea, dalla Romania, Russe, dalla Finlandia e Kashia, dalla Tunisia. Nuovi pensieri, grandi entusiasmi e qualche dubbio. Riflettei subito su due idee. Prima di tutto,perchè si complimentavano con me e Valentijn di quanto fosse bella l’Europa? Non l’avevamo certo creata noi! Ci avevamo semplicemente saputo credere! E poi, in secondo luogo, Kashia era già la terza amica che ci scriveva dall’Africa, cosa avremmo potuto e dovuto fare per lei? Gettai lo sguardo sulla “lettera misteriosa” che mi spiava dalla poltrona. Quel suo azzurrino pallido cominciava a darmi sui nervi; le corsi incontro per farla sparire dalla mia vista ma solo quando me la trovai tra le mani capii che forse proprio lei avrebbe potuto rispondere ai miei dubbi. È giunto il momento di smettere di camminare sulle nostre orme e di intraprendere un nuovo sentiero”.

Se l’ingiallito articolo del nonno aveva detto la verità, allora le “nostre orme” di cui parlavano i Sognatori erano l’Europa che aveva permesso a me e a Valentijn Van Zucht di diventare amici per la pelle - e di onorare la promessa fatta al saggio Augustyn - e la realizzazione del sogno della sua integrazione, la stessa in cui a noi Ventisette Tulipani Gialli piaceva tanto credere. Non avevamo ancora deciso che strategia adottare con i nostri nuovi amici africani, ma non poteva trattarsi proprio di quel “nuovo sentiero”? Del resto, pensai tra me e me durante il pranzo, al tempo dei nostri nonni gli stati europei che ora per noi rappresentano una realtˆ variopinta e unitaria, si erano uniti superando ogni diversità in nome di un sogno condiviso. Ed ora? Ora Kashia e i compagni algerini di Valentijn, ci scrivevano in qualitˆ di cittadini di stati diversi, per molti aspetti lontani, eppure sembravano credere ancora una volta tutti nello stesso sogno.

Chiamai Valentijn, questa volta non c’era proprio il tempo di correre alle poste. “Valentijn, sono io. Senti, cos“ non funziona. La gente parla di noi, ma cos“ non va bene. Cosa c’entrano i tulipani con l’Africa?”

“Eh? Samuele? Sei tu?”

“Certo, certo che sono io. Ma adesso ascoltami. Mi stai ascoltando?”

“Mmm……”

“Bene. Non pensare che sia impazzito. Ma ascolta. Cosa c’entrano i tulipani con l’Africa? Capisci? Certo, a chi non piacciono i tulipani? S“, piacciono proprio a tutti… ma sono olandesi! Europei!”

“Sam, non capisco niente. Fermati un attimo e spiegami tutto. Con calma e lentamente”

“Ok, hai ragione. Allora, ho riletto la lettera misteriosa, e quei pazzi, i Sognatori, parlano di un nuovo sentiero. E poi mi ha scritto Kashia… voglia che hanno di credere anche i bambini che non vivono in Europa, a quanti sarebbero pronti a sognare come i nostri nonni mezzo secolo fa e pensa che dobbiamo aiutarli. E ci vuole un piano serio. Per loro, basta con i Tulipani Gialli. Che si trovino un fiore tutto loro se davvero lo vogliono”

“MA SAM, COSA STAI DICENDO? Li vuoi buttare fuori? Vuoi uccidere l’integrazione? Non credi”

“No! No! No! Dico solo che magari anche loro potrebbero avere un loro sogno. Simile al nostro, ma questa volta tutto loro. Noi potremmo sempre restare a loro disposizione per sostenerli nei momenti … te lo immagini, Valentijn? Hai capito?“

“Non ho detto che dobbiamo farlo domani”

Lo sentii tranquillizzarsi dall’altro capo del telefono e mi sembrò di trovarmi davanti al suoradioso sorriso. Che soddisfazione! Scrivemmo a quattro mani una lettera ai firmatari del Patto dei Ventisette Tulipani, tentando di trasmettere loro la sensazione della nostra intuizione.

Fonte dell’immagine: World Wide Web

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