COVID-19: lo spirito di Ventotene al salvataggio dell’UE?

, di Théo Boucart, tradotto da Sara Pasciuto

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COVID-19: lo spirito di Ventotene al salvataggio dell'UE?
Ursula von der Leyen durante la sessione plenaria del Parlamento europeo del 16 aprile a Bruxelles. Copyright : Unione europea, 2020. Fonte : EC – Service audiovisuel

Durante la sessione plenaria del Parlamento europeo organizzata giovedì 16 aprile a Bruxelles, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha invitato tutti a trarre ispirazione dal Manifesto di Ventotene, redatto dai federalisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Von der Leyen mira a sfruttare le loro idee per aiutare l’UE a riemergere ancora più forte dalla crisi del coronavirus.

Il 16 aprile a Bruxelles il Parlamento europeo si è riunito nella seconda sessione plenaria sulla pandemia di coronavirus. Il lavoro parlamentare non sembra essere stato completamente sospeso dal lockdown e, come previsto, gli eurodeputati hanno incentrato la discussione, in particolare, sui fondi di emergenza inviati dalla Commissione per salvare l’economia europea.

Nel suo discorso trilingue, la presidente Ursula von der Leyen si è detta particolarmente orgogliosa della risposta europea alla pandemia, pur riconoscendo alcuni errori e incoraggiando uno sforzo ancora maggiore per consentire all’UE di adattarsi in un mondo in rapida evoluzione.

“Il cuore pulsante della solidarietà”

Dopo aver reso omaggio a tutte le famiglie in lutto e a tutti coloro che hanno perso la vita nel coadiuvare i servizi di emergenza, la presidente von der Leyen ha subito riconosciuto gli errori commessi dall’UE nel momento in cui l’Italia si è trovata sopraffatta dal virus: «Sì, è vero: nessuno era davvero pronto per tutto questo [la pandemia]. È anche vero che troppi non si sono resi disponibili per tempo quando l’Italia aveva bisogno di aiuto [...]. L’Europa nel suo insieme porge le sue scuse più sincere.»

Con questa ammissione ha inoltre evidenziato tutta la solidarietà verso le persone che sono state maggiormente colpite. «Di fatto abbiamo visto ogni tipo di attrezzatura viaggiare in ogni direzione in Europa, inviata da chi se ne poteva privare a chi ne aveva bisogno. Questo mi rende orgogliosa di essere europea» ha dichiarato la presidente della Commissione, sottolineando che l’UE è ora il «cuore pulsante della solidarietà», grazie ai vari piani di salvataggio offerti dalla Commissione, dal Consiglio europeo e dall’Eurogruppo. «Utilizzeremo in tutti i modi possibili ogni euro a nostra disposizione per salvare vite umane e per tutelare i mezzi di sussistenza degli europei [...]. Come risultato di tutta questa azione, la risposta collettiva dell’Europa supera i 3 trilioni di euro.»

Secondo von der Leyen, l’UE ha tratto insegnamento dalle crisi precedenti. Ha affermato che «l’Europa ha fatto di più nelle ultime quattro settimane di quanto non abbia fatto nei primi quattro anni dell’ultima crisi (dell’Eurozona)», trovandosi ad affrontare nel contempo un “collasso economico” incomparabile rispetto alla crisi del decennio precedente, per il quale «non c’è nessuno da incolpare e tutti avranno bisogno di aiuto». Sarà forse un riferimento implicito alle parole del ministro delle finanze olandese, che ha richiesto l’avviamento di un’indagine sul perché i paesi del Mediterraneo non si sentissero finanziariamente in grado di affrontare la crisi economica?

«Indipendenza» e «coesione»

Tuttavia, il dibattito si è da tempo spostato sulla risposta europea a lungo termine. Mentre la risposta immediata sembra essere ben documentata, per il momento molte questioni relative al piano europeo di ripresa economica rimangono aperte. È probabile che l’opposizione tra i partner europei subirà un inasprimento durante le discussioni che indubbiamente determineranno il futuro dell’UE.

Per la presidente von der Leyen, l’UE deve mostrare la sua «indipendenza» e la sua «coesione». Questa crisi, per forza di cose, ridurrà la dipendenza dell’Europa, in particolare in campo medico, per il quale sono indispensabili sia notevoli investimenti nella ricerca sui vaccini che la messa in comune delle risorse mediche europee. Allo stesso modo, al fine di una maggiore coesione, saranno necessari investimenti finanziari per alleviare gli effetti della crisi laddove questi si manifestassero particolarmente acuti. Tali investimenti dovranno essere garantiti in particolare dal «fondo di coesione che verrà utilizzato senza condizioni».

Un’Europa «pionieristica» in un mondo radicalmente diverso

Guardando ancora più avanti, il ruolo dell’UE dovrà essere garantito nel «mondo di domani, (che) sarà molto diverso da quello di ieri» e Ursula von der Leyen ha prestato particolare attenzione a questo punto. Ha sottolineato che «l’Europa può plasmare questo nuovo mondo», esortandola ad adottare uno «spirito pionieristico».

Vengono menzionati, questa volta, i grandi nomi del federalismo europeo: così come oggi, allora l’UE si trovava in una posizione cruciale per il suo futuro: «e per questo, voglio citare una frase del Manifesto di Ventotene – scritto da due dei più grandi visionari italiani ed europei: Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, due dei nostri padri fondatori. Scrivendo dalla prigione di un’isola remota, al culmine della guerra, quando ogni speranza di un’Europa unita sembrava perduta, ci hanno dato queste parole di speranza: ’È arrivato il momento in cui dobbiamo saper scartare i vecchi fardelli, essere pronti per il nuovo mondo che sta arrivando, che sarà così diverso da quello che abbiamo immaginato.’»

«Questo momento in cui abbiamo bisogno di lasciarci alle spalle le vecchie divisioni», ha detto von der Leyen, «è arrivato ancora una volta». Questo dovrà consentire all’Europa di trasformarsi profondamente, di diventare più durevole e resiliente e di poter contare sul bilancio europeo, divenuto un vero e proprio «Piano Marshall per la ripresa europea». Tuttavia, questo riferimento a Spinelli in particolare, che ha dedicato la sua vita politica alla costruzione di un’Europa federale, contrasta con il carattere della risposta europea, che è ancora troppo intergovernativa nel contesto di una crisi propriamente transnazionale.

L’Italia chiede più solidarietà

Questo discorso ricco di enfasi segnerà l’inizio di una nuova era per l’UE, in cui la solidarietà avrà la precedenza sull’egoismo nazionale, così come espresso dal Manifesto di Ventotene? È la definizione stessa di «solidarietà europea» a dover essere ancora concordata.

Apparentemente indifferente al riferimento storico utilizzato da Ursula von der Leyen, l’Italia ha rifiutato l’aiuto offerto dal meccanismo europeo di stabilità (MES), che assegna credito non soggetto alle normali condizioni – nella misura massima del 2% del PIL dello stato beneficiario. Nel caso dell’Italia, questo aiuto ammonterebbe a 35 miliardi di euro - una somma considerevole, ma insufficiente, soprattutto in assenza di altri meccanismi di mutualizzazione dei rischi a livello europeo.

Così il quotidiano tedesco Tagesspiegel commenta la decisione transalpina: "L’Italia e altre nazioni come la Francia e la Spagna si aspettano non solo quella che considerano l’elemosina del MES, ma una vera solidarietà dall’UE sottoforma di specifici ’coronabond’ rimborsabili, per i quali gli Stati membri sono congiuntamente responsabili. ... Il rifiuto di Germania, Paesi Bassi e Austria di acconsentire a questa forma di solidarietà europea, nonostante un’emergenza senza precedenti, delude persino gli europeisti più accaniti in Italia.”

In breve, la ricostruzione dell’UE è possibile solo attraverso una solidarietà rafforzata all’interno dell’Eurozona e dell’UE nel suo insieme. Resta da vedere se la citazione di Spinelli e Rossi usata dalla presidente von der Leyen sarà profetica e porterà effettivamente a superare le nostre divisioni.

Potete trovare il testo del Manifesto di Ventotene cliccando qui

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