Dal programma di lavoro della Commissione europea per il 2021 all’attuazione per l’Italia del Next Generation EU

L’Italia del Next Generation EU

, di Mario Leone

L'Italia del Next Generation EU

Il 20 ottobre 2020 la Commissione UE ha adottato il programma di lavoro per il 2021, che punta a rendere l’Europa più sana, più equa e più prospera, accelerando nel contempo la sua trasformazione a lungo termine verso un’economia più verde, pronta per l’era digitale e a prodigarsi al massimo per gestire la crisi e rendere le economie e le società europee più resilienti.

La Commissione prevede nuove iniziative legislative per quanto riguarda i sei obiettivi ambiziosi degli orientamenti politici presentati della presidente von der Leyen e dà seguito al suo primo discorso sullo stato dell’Unione.

Nel comunicato al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale europeo e al Comitato delle regioni, denominato “Un’Unione vitale in un mondo fragile”, questi sei obiettivi sono stati individuati nel Green Deal europeo, nell’apertura di una nuova era digitale, nel rafforzamento della posizione dell’UE nel mondo, nella promozione del nostro stile di vita europeo, in un nuovo slancio per la democrazia europea e, infine, in un’economia al servizio delle persone.

Come evidenziato in quest’ultimo obiettivo nel programma il pilastro europeo dei diritti sociali “sarà la bussola della ripresa dell’Europa” e costituirà il migliore strumento per far sì che “nessuno sia lasciato indietro”. La Commissione conferma la presentazione di un piano d’azione ambizioso per garantirne la piena attuazione, un piano d’azione definito “strumento chiave” per contribuire alla ripresa socioeconomica e alla resilienza a medio e lungo termine, al fine di rafforzare l’equità sociale della transizione digitale e della transizione verde.

Il programma di lavoro della Commissione per il 2021 è strettamente correlato al piano per la ripresa dell’Europa insieme con lo strumento del Next Generation EU e al quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027. Lo strumento per la ripresa e la resilienza convoglierà un importo senza precedenti pari a 672,5 miliardi di € di sovvenzioni e prestiti nel primo anno cruciale di ripresa.

Tra i due obiettivi elencati dalla Commissione per l’anno 2021 nel nuovo programma di lavoro, che indica in quale modo l’Europa può cogliere l’opportunità che ci viene offerta per realizzare una grande accelerazione, vi è, appunto, il Next Generation EU, opportunità che l’Europa e l’Italia non possono non cogliere.

Per coglierlo l’Italia, e gli altri Paesi che ne hanno necessità, sta elaborando un piano di ripresa e resilienza che stabilisce riforme e investimenti in linea con gli obiettivi della politica verde e digitale dell’UE; ma per realizzare questi obiettivi ed essere in grado di rispondere alle esigenze imprescindibili dal punto di vista formale la Commissione UE lancia un monito: “dobbiamo aumentare e valutare l’efficacia, l’efficienza e la capacità delle amministrazioni e dei servizi pubblici in tutta l’Unione europea”.

Gli strumenti di programmazione legislativa e politica delle istituzioni dell’Unione europea, nonché la relazione annuale del Governo di cui all’articolo 13, comma 1, della legge n. 234 del 2012 sulle norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea sono rilevanti in questo approccio da parte dell’Italia. Questa norma prevede che al fine di concordare le linee politiche del Governo nel processo di formazione della posizione italiana nella fase di predisposizione degli atti dell’Unione europea e di consentire il puntuale adempimento dei compiti opera presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE). Il CIAE è convocato e presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri o, per sua delega, dal Ministro per gli affari europei, che il nuovo governo italiano presieduto da Mario Draghi non ha nominato, prevedendo invece per l’ex ministro Amendola, la nomina a sottosegretario con “delega” agli affari europei.

C’è la necessità di rendere un riscontro alla Commissione Ue, non solo con una sempre più auspicabile governance del Piano nazionale nell’ambito dell’attuazione del Dispositivo del NGEU in sede governativa, che – come riferito dal presidente del Consiglio Draghi durante il suo discorso di presentazione al Senato – sarà concentrato nel Ministero dell’Economia e del finanze, ma anche ai vari livelli regionale e comunale con una cabina di regia, trasparente, trasversale (Consiglio e Giunta) e soprattutto con la partecipazione aperta della società civile, anche attivando un protocollo d’intesa che istituisca, nel solco dell’art. 117 e della sussidiarietà verticale e orizzontale, un “contenitore” di associazioni ed esponenti di alta professionalità che supporti la fase di ideazione, realizzazione, monitoraggio e controllo dei progetti. Ogni passaggio dovrebbe essere coordinato a livello centrale nonché vigilato dalla Ragioneria generale dello Stato.

Non è nulla di nuovo se si pensa che già la Legge di Bilancio per il 2021 ha previsto (commi 51 e seguenti) che il monitoraggio degli interventi cofinanziati dall’Unione europea per il periodo di programmazione 2021-2027, a valere sui fondi strutturali, sul Fondo per una transizione giusta (JTF), sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca (FEAMP) e sugli altri strumenti finanziari previsti, ivi compresi quelli attinenti alla cooperazione territoriale europea, sul Fondo per lo sviluppo e la coesione nell’ambito della programmazione 2021-2027, nonché degli interventi complementari finanziati dal Fondo di rotazione di cui all’articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183, è assicurato dal Ministero dell’economia e delle finanze proprio dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. A tal fine, le amministrazioni centrali, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano assicurano, per gli interventi di rispettiva competenza, la rilevazione dei dati di attuazione finanziaria, fisica e procedurale a livello di singolo progetto nonché delle procedure di attivazione degli interventi, secondo le specifiche tecniche definite d’intesa tra il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell’economia e delle finanze e le amministrazioni centrali dello Stato responsabili del coordinamento per i singoli fondi.

Non dimentichiamo che per meglio realizzare le finalità contemplate dai commi 1037-1050 della stessa Legge di Bilancio 2021 per l’attuazione del Programma Next Generation EU, il comma 886 dell’art. 1, prevede che il Ministero dell’economia e delle finanze, per il triennio 2021-2023, è autorizzato a bandire procedure concorsuali pubbliche e, conseguentemente, ad assumere con contratto di lavoro a tempo indeterminato, in aggiunta alle vigenti facoltà assunzionali e nei limiti dell’attuale dotazione organica, un contingente di personale non dirigenziale pari a 20 unità da inquadrare nell’Area III-F1.

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