In Europa risuona l’appello per una «ripresa economica verde»

, di Alexandre Duporte, tradotto da Sara Pasciuto

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In Europa risuona l'appello per una «ripresa economica verde»
Pascal Canfin nel corso di una votazione in plenaria. © European Union 2011 PE-EP/Pietro Naj-Oleari

Martedì 14 aprile, su iniziativa dell’eurodeputato francese Pascal Canfin (Renew Europe), l’alleanza per una ripresa verde ha pubblicato un editoriale su vari media europei. In vista della fine della crisi Covid-19, il documento sottolinea la necessità di sostenere investimenti che siano a favore della transizione ecologica.

Una richiesta di investimenti sostenibili

Rendere l’attuale crisi un’opportunità per il clima: è questo il tema su cui si focalizza l’editoriale pubblicato dall’«alleanza per una ripresa verde». Con le misure di contenimento decise dagli stati europei, l’economia accusa i colpi della chiusura delle attività e richiede un ambizioso piano di ripresa. A tal fine, l’importo totale delle misure adottate dall’Unione europea per combattere gli effetti della pandemia ammonta a 3.200 miliardi di euro [1].

L’alleanza, guidata dal presidente della Commissione per l’ambiente e la sanità pubblica del Parlamento Pascal Canfin, chiede che tali investimenti finalizzati alla ripresa economica incoraggino la creazione di un’economia a emissioni zero, di sistemi agricoli più sostenibili e la protezione della biodiversità. Dal punto di vista economico, ciò «creerebbe rapidamente posti di lavoro, prosperità e migliorerebbe la qualità della vita dei cittadini». Come ricorda l’editoriale, questo è anche il programma del Green Deal europeo. Il ripristino delle economie europee è l’occasione per accelerare la svolta ecologica.

180 personalità pubbliche firmatarie

Giovedì 9 aprile, 12 ministri europei dell’ambiente avevano già interpellato la Commissione europea, invitandola a sfruttare la ripresa per porre le basi di una nuova economia. Oggi l’editoriale dell’«alleanza per una ripresa verde» raccoglie non solo le firme di numerosi ministri europei, ma anche quelle di eurodeputati, dirigenti aziendali, leader finanziari, rappresentanti sindacali, ONG e gruppi di riflessione. Quasi 200 personalità pubbliche hanno aderito all’alleanza, che mira alla creazione di sinergie per la messa a punto di decisioni di investimento necessarie per «la ripresa verde e la biodiversità». Il 20 aprile il collettivo ha indicato di aver già trasmesso circa cinquanta tracce alla presidenza della repubblica francese.

Una ripresa verde ragionevole e necessaria

Nell’ambito di una «ripresa verde», l’alleanza sottolinea che non è necessario far ripartire l’economia da zero. Negli ultimi decenni sono state sviluppate nuove tecnologie e le catene del valore si sono trasformate, riducendo i costi della transizione ecologica. A prova di ciò, l’editoriale riporta che nel 2009 l’energia eolica costava tre volte di più rispetto a oggi, mentre quella solare ben sette volte.

Lo stesso 14 aprile, giorno della pubblicazione dell’editoriale, la rivista Nature Communications ha pubblicato uno studio [2] del Beijing Institute of Technology, che valuta il costo dell’inazione climatica. Secondo questo studio, e al fine di combattere efficacemente il riscaldamento globale, i paesi del G20 [3] dovrebbero stanziare dai 200 ai 1.287 miliardi di dollari l’anno per misure volte a un adattamento e a una mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. Questo bilancio rappresenta l’equivalente di un valore compreso tra lo 0,2% e il 2% del loro prodotto nazionale lordo annuale combinato (PNL). Viceversa, il costo annuale dell’inazione oscilla, per l’economia mondiale, tra 1.875 e 10.000 miliardi di dollari, che sarebbero destinati a fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici caso per caso. Tale costo equivale a un valore compreso tra il 2% e il 12% del PNL mondiale attuale.

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Note

[3I 20 Paesi più industrializzati del mondo sono all’origine dell’80% delle emissioni mondiali di gas serra.

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