La digitalizzazione dello yuan: il distacco cinese da UE e USA

, di Rita Campus

La digitalizzazione dello yuan: il distacco cinese da UE e USA

La digitalizzazione delle valute nazionali è diventato un nuovo settore di competizione tra paesi. Diverse potenze hanno iniziato a sviluppare una propria valuta digitale, ma solo la Cina ha fatto abbastanza progressi da essere in grado di distinguersi globalmente.

Nell’ultima decade, numerosi paesi da ogni parte del mondo hanno iniziato a prendere in considerazione l’emissione di una versione digitale di banconote e monete per rispondere alla domanda sempre più ampia di pagamenti digitali che siano sicuri e veloci.

Ma cosa significa digitalizzare una valuta nazionale? A primo impatto, questa nuova tipologia di valute potrebbe sembrare simile, se non identica, alle già ben note criptovalute (come Bitcoin e Ethereum, per esempio), ma in realtà queste due tipologie di denaro hanno caratteristiche molto diverse tra loro. Innanzitutto, la caratteristica principale che distingue le valute digitali è che sono controllate dai governi e direttamente emesse da una Banca Centrale e per questo sono classificate come Central Bank Digital Currency (CBDC). Questa prima differenza è fondamentale perché le criptovalute non sono soggette a nessun tipo di controllo ufficiale e questo le rende sia vulnerabili ad attacchi hacker sia soggette a un livello di volatilità imprevedibile. Al contrario, il fatto che le CBDC siano emesse da una Banca Centrale significa che il loro valore è ancorato alla valuta nazionale di un paese, motivo per cui vengono considerate più sicure e stabili. Inoltre, il sostegno governativo di cui godono queste nuove valute fa si che possano essere descritte come la versione digitale del denaro, aventi tutte le funzioni di base: sono unità di conto, mezzi di scambio e riserve di valore. Le CBDC non sono una pura rappresentazione del denaro fisico (come le carte di credito o i portafogli mobili), ma sono un sostituto completo del contante; infatti, l’emissione di una CBDC equivale all’emissione di denaro fisico in circolazione. Un’altra peculiarità da sottolineare è che il backup governativo a cui sono sottoposte queste valute digitali aiuterà i governi a combattere crimini come la corruzione e il riciclaggio di denaro perché, a differenza delle criptovalute, le CBDC saranno sottoposte a misure di controllo centralizzato in un sistema ristretto.

Parlando di CBDC nel concreto, il primo paese che è stato in grado di emettere la propria valuta digitale sono state le Bahamas a ottobre 2020 con il cosiddetto Sand Dollar, la versione digitale del dollaro delle Bahamas (B$). Come i contanti, il Sand Dollar è emesso dalla Banca Centrale delle Bahamas attraverso Istituti Finanziari Autorizzati (AFI). Questo tipo di valuta può essere utilizzata dai residenti tramite un’applicazione per telefoni cellulari (iOS e Android) o utilizzando una carta di pagamento fisica per accedere a un portafoglio digitale. Nel frattempo, la RPC non è rimasta a guardare e appena sei mesi dopo il rilascio del Sand Dollar, dopo appena due anni di test, la versione digitale cinese del RMB era già stata utilizzata in migliaia di scenari di pagamento e nel 2021 lo yuan digitale (anche chiamato e-yuan) è stato abilitato per essere accettato in tutta la metropolitana di Pechino. Pertanto, anche se non è stata la prima nazione a lanciare la propria valuta digitale, la RPC ha sviluppato rapidamente il mercato dei pagamenti digitali con l’obiettivo di diventare un leader in questo campo. In realtà, nel giugno 2019, Facebook aveva già annunciato di voler emettere una valuta digitale, inizialmente chiamata Libra, ora chiamata Diem, e questo annuncio ha spinto la Cina ad accelerare le ricerche in questo campo. Ora, oltre cinquanta autorità monetarie stanno iniziando a sviluppare le proprie valute digitali: ad esempio, l’Unione Europea (UE) sta sviluppando un euro virtuale e afferma di volerlo lanciare nei prossimi cinque anni; la Gran Bretagna ha creato una task force per esaminare questo nuovo settore e sembra che anche la Fed americana stia conducendo ricerche su un ipotetico e-dollar. Chiaramente, molti Paesi stanno sviluppando la propria valuta digitale ma è la Cina quella che si sta distinguendo tra tutte le altre grandi potenze economiche nel testare su larga scala la prima CBDC.

Per entrare più nello specifico, di seguito verranno analizzati i progressi fatti in questo campo dalle prime tre potenze economiche mondiali: l’UE, gli Stati Uniti (USA) e la Cina.

Unione Europea: la Banca Centrale dell’Unione Europea (BCE) sta collaborando con le Banche Centrali nazionali degli Stati Membri per lo sviluppo di una versione digitale dell’euro, ma una versione beta non è ancora disponibile. Ad oggi, le autorità sono ancora coinvolte nella prima fase di ricerca iniziata ad ottobre 2021. Il lancio di una valuta digitale europea vuole rispondere alla domanda crescente di pagamenti elettronici più sicuri ed affidabili. Inoltre, avere denaro digitale emesso dalla Banca Centrale fornirebbe un’ancora di stabilità per i sistemi monetari e di pagamento e rafforzerebbe la sovranità monetaria dell’area euro, favorendo la concorrenza e l’efficienza nel settore europeo dei pagamenti. L’esigenza di sviluppare una CBDC dell’UE è data anche dal fatto che, per via della pandemia, i pagamenti online sono aumentati drasticamente negli ultimi anni e questo può rafforzare il rischio che il mercato europeo dei pagamenti venga dominato da soluzioni e tecnologie non europee. In assenza di un euro digitale, l’emergere di altre CBDC nelle grandi economie e il loro uso transfrontaliero potrebbe minare il ruolo internazionale dell’euro, perché le CBDC offrono vantaggi in termini di efficienza, liquidità e sicurezza e possono essere utilizzate per facilitare la retribuzione transfrontaliera. Sicuramente, se progettato e introdotto con attenzione, un euro digitale potrebbe svolgere un ruolo decisivo e vantaggioso, ma, essendo ancora nella prima fase di ricerca, non si può ancora sapere quando questa nuova CBDC europea potrà davvero prendere vita.

Stati Uniti d’America: Nonostante parte dell’ordine esecutivo del presidente Joe Biden riguardante le risorse digitali includa «l’imposizione di urgenza alla ricerca e allo sviluppo di un potenziale CBDC degli Stati Uniti, qualora l’emissione fosse ritenuta nell’interesse nazionale», oggigiorno, tra le grandi potenze, gli Stati Uniti sono gli ultimi ad aver fatto reali passi avanti nella ricerca di una potenziale versione digitale del proprio dollaro tramite una CBDC. Così come nel resto del mondo, anche negli USA la pandemia ha spinto la richiesta di metodi di pagamento senza contanti e molti investitori si sono interessati alle criptovalute e alle CBDC facendo pressione sul governo affinché non rimanesse indietro rispetto alla nuova tendenza mondiale. Il 16 settembre, la Casa Bianca ha rilasciato un quadro che delinea la regolamentazione delle risorse digitali per poter esplorare la possibilità di un dollaro digitale, ma nonostante ne comprenda il potenziale, la Fed avverte che deve essere certa che si tratti di una risorsa digitale sicura, accessibile al pubblico, che sia priva di rischi di credito e liquidità e che sia protetta dalla privacy, intermediata, trasferibile e verificata. Inoltre, le preoccupazioni e la lentezza nella progettazione di un dollaro digitale sono dati dal fatto che la creazione di una CBDC statunitense richiederebbe una riprogettazione politica ponderata e un periodo di transizione da dover tenere in considerazione prima di lanciare la CBDC a livello nazionale.

Repubblica Popolare Cinese: come sottolineato precedentemente, la Cina si sta dimostrando il paese leader nel settore delle CBDC. Fin dal 2014, la Banca Centrale cinese conduce ricerche su un nuovo prototipo di yuan digitale e dalla fine del 2019 diverse città cinesi hanno iniziato a testare la nuova valuta digitale nell’ambito di una serie di programmi pilota. In questo contesto, il 4 gennaio è stata la prima volta in cui la e-CNY, l’app inventata per poter controllare ed effettuare lo stato di queste transazioni digitali, potesse essere scaricata gratuitamente dai residenti delle città coinvolte nei pilot programs. Inoltre, sempre all’inizio di quest’anno, la Cina ha rivelato che le Olimpiadi invernali di Pechino sarebbero state il primo banco di prova in cui l’e-yuan avrebbe potuto essere utilizzato da stranieri anche senza un conto bancario cinese. Per quanto quest’ultima sperimentazione non abbia ottenuto risultati soddisfacenti, i progressi ottenuti nello sviluppo dello yuan digitale non sono paragonabili a quelli delle altre potenze mondiali e il divario con l’UE e gli USA non fa altro che aumentare a favore della RPC.

Per concludere, chiaramente lo sviluppo delle CBDC sta diventando un nuovo settore di competizione tra paesi, così come è evidente che la RPC si stia distinguendo in questo ambito e abbia già le idee chiare su come muoversi rispetto ad altre potenze come gli USA o l’UE che sono invece rimaste notevolmente indietro. La strada per far si che una di queste valute digitali possa espandere il proprio uso internazionalmente è ancora lunga e sicuramente vi è anche bisogno che le CBDC siano sottoposte a un sistema legale e operativo stabile e unificato per poter circolare al di fuori dei propri confini nazionali, ma non c’è dubbio che lo sviluppo di queste valute digitali possa cambiare le sorti dell’attuale sistema monetario internazionale in futuro.

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