EUROBULL: Presentati brevemente. Cosa fai ad oggi e hai mai avuto esperienze di studio o lavoro in Europa fuori dal tuo paese natìo?
Ilaria: Sono Ilaria, 26 anni. Ho una laurea Magistrale in Scienze Sociali Applicate presso l’Università La Sapienza di Roma Sono attualmente Project Manager, assistente al Curatore e assistente all’Amministratore Unico una società di Roma che si occupa di rigenerazione e valorizzazione del patrimonio culturale ed Executive Assistant di una società di produzione cinematografica di Milano. Non ho mai avuto esperienze di studio o lavoro all’estero, ad eccezione di una vacanza-studio di 15 giorni in una host family presso la città di Brighton, UK.
Alfredo: Mi chiamo Alfredo, 27 anni, sono nato a Cerreto Sannita e cresciuto a Benevento. Mi sono laureato in Economia Aziendale presso l’Università degli studi del Sannio. Attualmente sto facendo esperienza lavorativa come docente scolastico, pur non avendo ancor una posizione stabile. Pur non avendo fatto Erasmus ho avuto l’opportunità di fare viaggio di studio in Germania, soprattutto nel 2011 in occasione di uno scambio culturale di circa 3 mesi presso una scuola.
EUROBULL: Ti senti europea/o? Perché?
Ilaria: Sì perchè percepisco l’UE come uno spazio comune in cui le singole culture sono al contempo rispettate e valorizzare in un progetto collettivo.
Alfredo: Dipende dai punti di vista: sul piano culturale certamente, politicamente non mi sento rappresentato dalle istituzioni europee. Mi sembra ad oggi un’entità a sé stante, dove più che fare gli interessi dei cittadini, si è preferito tutelare la posizione finanziaria e commerciale di determinate gruppi di interesse, bancari e non. Non vedo una politica estera comune, una politica fiscale e occupazionale condivisa (la rete Eures facilita la circolazione dei lavoratori solo sulla carta, ma io personalmente non ne vedo grandi benefici). Soprattutto non vedo unità d’intenti per quel che riguarda la gestione delle emergenze globali (la pandemia attuale ne è la più ampia dimostrazione). Tante parole e promesse, pochi fatti.
EUROBULL: Pensi che abbia un senso sentirsi europee/i?
Ilaria: Sì perchè credo nella possibilità di sviluppare una politica condivisa con gli stati membri su alcuni temi per me particolarmente sensibili e importanti primo su tutti lo sviluppo sostenibile, sui cui l’UE sta mostrando particolare attenzione e lungimiranza.
Alfredo: Si. Ritengo che sia un progetto di assoluto valore, perché siamo accomunati da principi e valori che hanno veicolato la civiltà occidentale. L’Europa è la culla di movimenti artistici e filosofici che hanno orientato il sapere umano, dando un’impronta fondamentale alla società che conosciamo oggi. Soltanto agendo da europei e non per compartimenti stagni sarà possibile far fronte alle sfide dei prossimi decenni.
EUROBULL: Quali sono le tre priorità per te fondamentali per il futuro della tua generazione?
Ilaria: Sostenibilità integrata (sociale, ambientale ed economica), valorizzaizone del patrimonio culturale, politiche sociali.
Alfredo: Economia verde e sostenibile, redistribuzione della ricchezza per favorire una maggiore inclusione socio-economica delle aree limitrofe, lotta al terrorismo.
EUROBULL: Chi potrebbe occuparsi meglio di queste priorità, l’Unione europea o il tuo paese? Perché e come?
Ilaria: Entrambi uniti in un rapporto sinergico: l’UE attraverso la definizione di programmi strategici e gli stati membri attraverso politiche regolatore e l’implementazione di interventi mirati.
Alfredo: L’Unione europea.Perché solo attraverso una gestione centralizzata dei processi di riforma è possibile misurare le performance e gli scostamenti rispetto agli obiettivi prefissati. Ad esempio non vedrei mal l’istituzione di figure ad hoc per supervisionare l’operato dei singoli Stati, non sempre capaci di tenere sotto controllo gli sprechi. Bisogna ripensare il modello di crescita economica basato sulla ricerca del profitto attuando una politica industriale che esalti i punti di forza delle singole realtà locali. Questo garantirebbe maggior benessere alle aree interne, evitandone lo spopolamento verso le grandi metropoli. Il progetto di green economy può essere portato avanti soltanto investendo nel potenziamento del trasporto pubblico e della transizione energetica. La messa a disposizione di contributi a fondo perduto raddoppiati per start up operanti nel settore rinnovabile potrebbe facilitare la creazione di nuovi posti di lavoro, facendo uscire migliaia di persone dall’emarginazione sociale, in molti casi terreno fertile per la propaganda terroristica degli ultimi quarant’anni. Inoltre, uno dei lati positivi dell’UE è che ogni paese può comunicare e “prendere spunti” dalle altre nazioni per migliorare internamente.
L’INTERA INCHIESTA
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