Nel suo discorso di insediamento, Metsola ha richiamato l’europeismo con un omaggio a Sassoli e alla sua eredità: «David era un combattente per l’Europa, per noi, per questo Parlamento. Credeva nel potere dell’Europa di forgiare un nuovo percorso in questo mondo». Ha poi ribadito il suo impegno a continuare il suo operato: «Onorerò David Sassoli come presidente battendomi sempre per l’Europa. Voglio che le persone recuperino un senso di fede ed entusiasmo nei confronti del nostro progetto. Credo in uno spazio condiviso più giusto, equo e solidale».
Metsola ha già avuto modo di ribadire la sua posizione europeista, in particolare in merito alla profonda crisi tra Russia e Ucraina. Rispetto ad essa, ribadisce il bisogno di unità tra gli Stati membri dell’Unione e di una loro azione comune. Una solidarietà per lei essenziale tanto a livello di politica estera, quanto alle ambizioni di un’Europa che diventi madre dei diritti, che sia in grado di abbattere muri e divisioni anziché costruirli, come accade al confine tra Polonia e Bielorussia, che sappia trovare una soluzione alla politica migratoria.
Per la presidente dell’Europarlamento, punto centrale dell’agenda europea è anche la tutela della libertà di stampa. Metsola si è infatti battuta per incentivare l’impegno del governo di Malta sulla scoperta delle vere ragioni dell’assassinio della giornalista maltese Dafne Caruana Galizia, le cui inchieste sulla corruzione le sono costate la vita nel 2017. La visione di Metsola non è però priva di contraddizioni. Suscita polemiche la sua posizione antiabortista. Il suo paese, Malta, è l’unico in Europa in cui l’interruzione di gravidanza è ancora illegale. Nel 2015 la presidente si è detta contraria alle conclusioni del report europeo sull’uguaglianza di genere, che definiva l’aborto come un requisito di parità. Metsola ha però dichiarato di impegnarsi a mantenere la posizione del Parlamento europeo riguardo questo tema.
Opinioni personali a parte, la visione politica della presidente rivela una mentalità liberale, a sostegno di democrazia e diritti umani. Con Metsola al Parlamento, Ursula von der Leyen alla Commissione e Christine Lagarde alla Banca centrale, sono ora tre le donne a capo dei vertici istituzionali. Quale sarà la direzione di questa Europa a guida femminile sarà solo il prossimo futuro a dirlo.
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