Enigma:
Il 4 dicembre, in Italia ci sarà un referendum sulla riforma costituzionale indetto da Matteo Renzi. Il dibatto in Italia si è scaldato molto ed è tempo di dare uno sguardo ai fatti. In questo articolo proponiamo due diverse prospettive europee su una materia che influenzerà tutta l’Europa, non solo l’Italia.
Forse dovresti votare NO (Michael Vogtmann)
Matteo Renzi avevo fatto un grande sbaglio inizialmente, quando aveva attaccato il suo futuro politico al risultato positivo del referendum. Nel voto sull’Ucraina in Olanda e con Brexit nel Regno Unito, abbiamo visto come i referendum vengano abusati per lamentarsi o per far cadere il governo, invece di fare una scelta nel merito della materia. Il rischio che lo stesso succeda in Italia è molto alto. Cosi, per essere chiari: questo non è un voto che riguarda il futuro di Matteo Renzi o una forma di espressione della propria opinione sul governo! La domanda è: Questa riforma costituzionale porterà più stabilità in Italia? Siccome l’Italia è un paese fondatore dell’Unione europea e la terza economia nazionale all’interno dell’Eurozona, questa è una domanda molto importante per tutti gli europei!
Il sistema politico in Italia ha due camere. La Camera dei Deputati, rappresentante i cittadini e il Senato, rappresentante le regioni. Nel passato, i governi avevano bisogno della maggioranza in entrambe le camere per emanare delle leggi o fare delle riforme. Prima di tutto, la riforma cerca di diminuire l’influenza del Senato nella maggioranza delle materie, diminuendo cosi il potere delle regioni di influenzare le politiche nazionali. In confronto, anche nella Repubblica Federale della Germania ci sono due camere. Il Bundestag rappresenta i cittadini, mentre il Bundesrat rappresenta i ländern (stati) tedeschi. Anche in Germania, ci sono materie di politica nazionale in cui la camera delle regioni non ha potere di influenzare. Da questo punto di vista, il risultato del referendum sembrerebbe positivo, perché porterebbe il sistema politico Italiano ad assomigliare a quello tedesco, il quale ha provato essere più stabile nel corso della storia. Tuttavia, quello che questa argomentazione ignora è una prospettiva federalista. Quando compariamo il modello tedesco alla riforma, uno si accorgerà che c’è una maggiore differenza. In Germania, gli stati federali tengono le elezioni, hanno parlamenti e governi regionali, i quali mandano i propri deputati nella camera regionale a Berlino. Quindi, da una parte l’influenza delle regioni è minore, ma l’influenza degli stati federali sulle politiche regionali più maggiore. Al contrario, in Italia la riforma porterà ad una maggiore centralizzazione ed ad un minore sistema federale, il che potrebbe essere considerato uno svantaggio per un grande stato territoriale come l’Italia, considerando le diversità delle culture e minoranze regionali.
Un’altra fonte di preoccupazione è la combinazione di questa riforma con la nuova e praticamente antidemocratica legge elettorale. Questa legge garantisce una maggioranza del 52% nella camera dei deputati al partito che ottiene la maggioranza dei voti, rendendo un governo di coalizione inutile. Cosa potrebbe succedere se il partito populista di Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle, ottenesse la maggioranza? Potrebbe causare disordine senza che le sue politiche vengano controllate e bilanciate dal Senato. Questo potrebbe essere una minaccia per l’economia, per l’intera Eurozona e i cittadini europei. Quindi, il NO non è la cosa peggiore che possa succedere.
‘SI’ per un Italia più forte in Europa (Oscar Polli):
Il 4 dicembre, gli italiani saranno chiamati a decidere su quella che sarebbe una storica riforma costituzionale. Nonostante tutte le importanti ragioni che il Premier Matteo Renzi ha sottolineato, come aumentare la rapidità della legislazione attraverso la diminuzione dell’influenza del Senato, contenere i costi della politica riducendo il numero dei parlamentari e l’abolizione del CNEL, una delle ragioni più attraenti è il nuovo ruolo che occuperà il Senato. Con la riforma, l’Italia adotterà un approccio più europeo considerando l’Unione europea come forza vitale che direttamente influenza la vita dei propri cittadini. Contrariamente alla Costituzione odierna, dove l’Unione europea viene citata solo marginalmente, l’articolo della Costituzione modificata cita che il Senato sarà direttamente attivo nel processo legislativo europeo e nell’esecuzione delle leggi europee sul territorio italiano, verificandone l’impatto e le conseguenze. Perciò, questo porterà l’Unione europea più vicina ai cittadini e rappresenterà un segnale importante di fiducia nel futuro dell’integrazione europea. In altre parole, porterà a più Italia in Europa e più Europa in Italia. In definitiva, questo fornirà un corso più a favore dell’integrazione e una presenza più vitale delle idee dei padri fondatori dell’Unione europea.
Una potenziale vittoria del ‘NO’ potrebbe portare ad un imprevedibile e pericolosa situazione. Nonostante Renzi abbia ritirato la sua iniziale pretesa di ‘andare a casa in caso di sconfitta’, questo ha in qualche modo trasformato la campagna referendaria in un test nazionale verso il governo stesso. Se Renzi perde e si dimette, un’elezione nazionale nella situazione attuale potrebbe portare alla vittoria del partito d’opposizione principale, il Movimento 5 Stelle del comico Beppe Grillo. Questo ha già avanzato una proposta per un referendum consultivo riguardante l’uscita dell’Italia dall’Eurozona. Non dimentichiamoci che questo partito si è unito al frazione dello UKIP di Nigel Farage nel Parlamento europeo, il quale ha come obbiettivo distruggere l’Unione Europea. Inoltre, altri due partiti, la cui popolarità sta crescendo, potrebbero mettere in gioco la futura permanenza dell’Italia in Europa. Questi sono la Lega Nord e Forza Italia. Quindi, una loro vittoria potrebbe portare a un Italexit. Questo referendum avrà inevitabilmente conseguenze a livello europeo. Molte persone dicono che se la riforma passa, una maggioranza assoluta del Movimento 5 Stelle potrà essere un possibile scenario. Tuttavia, questo è dovuto alla legge elettorale. Momentaneamente c’è un consenso fra tutti i partiti sul cambiare questa legge e dunque questa paura ragionevole può essere evitata. Infine, questa è un opportunità di cambiamento che non succederà per molto tempo a venire se il NO vincesse. Questa riforma non sarà perfetta, ma rappresenta una nuova prospettiva per il funzionamento di un sano sistema politico in Italia, collocandolo in un contesto più ampio, l’Europa. Perciò, quando votiamo, dovremmo farlo considerando che non siamo sono italiani che vivono in Italia, ma Italiani che vivono nell’Unione europea.
1. su 4 dicembre 2016 a 12:17, di Simone Fissolo In risposta a: SI o NO – Una prospettiva Europea: 1 referendum, 2 opinioni!
Due riflessioni importanti poiché anche se il voto esprime un’opinione sul funzionamento del sistema politico italiano è inevitabile che abbia delle conseguenze sul futuro della stabilità politica, e non economica, del Paese. Complimenti agli autori e al direttore.
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