Il 16 luglio il Parlamento europeo ha eletto Ursula Von der Leyen alla carica di Presidente della Commissione europea, con 383 voti favorevoli, 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla.
Il suo discorso, in occasione della prima seduta plenaria del Parlamento Europeo, ha riscosso, al di là del voto, ampi consensi trasversali, per la passione e per le novità programmatiche su diverse questioni decisive per il rilancio del processo politico europeo. Presentiamo una sintesi redazionale dei passaggi principali.
La sfida climatica
La nostra sfida più pressante è la salute del pianeta. È la responsabilità più grande e l’opportunità maggiore dei nostri tempi. Voglio che l’Europa diventi il primo continente a impatto climatico zero del mondo entro il 2050. Per giungere a questo traguardo, presenterò un «Green Deal» per l’Europa nei primi 100 giorni del mio mandato. Proporrò la prima vera e propria «legge europea» sul clima, che tradurrà l’obiettivo del 2050 in disposizioni giuridicamente vincolanti. Proporrò un piano di investimenti per un’Europa sostenibile e trasformerò una parte della Banca europea per gli investimenti in una banca climatica europea. Ciò permetterà di sbloccare mille miliardi di euro di investimenti nel prossimo decennio. Per completare quest’opera e per garantire che le nostre imprese possano competere in condizioni di parità, introdurrò un’imposta sul carbonio alle frontiere per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.
La sfida economica
È questa la «via europea»: siamo ambiziosi. Non lasciamo indietro nessuno. E offriamo prospettive. Se vogliamo riuscire a realizzare questo piano ambizioso, abbiamo bisogno di un’economia forte. Perché quello che vogliamo spendere dobbiamo prima guadagnarlo. Dobbiamo anche operare nell’ambito del patto di stabilità e crescita. Laddove sono necessari investimenti e riforme, dobbiamo fare in modo che possano essere realizzati. Dovremmo avvalerci di tutta la flessibilità consentita dalle regole. Siamo fieri della nostra economia e vogliamo renderla più forte. non sono le persone ad essere al servizio dell’economia, è l’economia che deve essere al servizio dei nostri cittadini. Nella nostra economia sociale di mercato dobbiamo conciliare il mercato con la dimensione sociale. E mi impegnerò per una imposizione fiscale equa, sia che si tratti dell’industria dei settori tradizionali che di imprese digitali.
La sfida sociale
In un’economia sociale di mercato, ogni lavoratore a tempo pieno dovrebbe percepire un salario minimo sufficiente a condurre una vita dignitosa. Elaboreremo un quadro in tal senso, naturalmente nel rispetto dei nostri diversi mercati del lavoro. Un regime europeo di riassicurazione delle indennità di disoccupazione sosterrà le nostre economie e i nostri cittadini in caso di shock esterni. Abbiamo bisogno di una «Garanzia per l’infanzia» per far sì che ogni bambino in Europa a rischio di povertà o di esclusione sociale abbia accesso ai diritti più elementari, quali l’assistenza sanitaria e l’istruzione. Sosterrò l’idea del Parlamento europeo di triplicare il bilancio di Erasmus+ nell’ambito del prossimo bilancio a lungo termine. I giovani hanno aspirazioni, vogliono lavorare, vogliono avere un futuro: è nostro compito permettere loro di realizzare tutto ciò.
La sfida per difendere lo Stato di Diritto
La civiltà europea è figlia della filosofia greca e del diritto romano. Lo Stato di diritto è il nostro strumento migliore per difendere quelle libertà e proteggere i più vulnerabili nella nostra Unione. Per questo motivo non possiamo accettare alcun compromesso quando si tratta del rispetto dello Stato di diritto. Non lo accetteremo mai. Farò in modo che siano utilizzati tutti gli strumenti di cui disponiamo a livello europeo. Sono inoltre pienamente a favore di un meccanismo europeo per la protezione dello Stato di diritto.
La sfida della sicurezza
L’Unione europea ha bisogno di frontiere più umane. Dobbiamo salvare vite, ma questo, da solo, non basta. Dobbiamo ridurre la migrazione irregolare, lottare contro chi la favorisce e i trafficanti di esseri umani - si tratta di criminalità organizzata, dobbiamo salvaguardare il diritto d’asilo e migliorare le condizioni dei rifugiati. Un elemento centrale di tale ambizione è il rafforzamento dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Frontex dovrebbe disporre, non nel 2027 ma prima, almeno entro il 2024, di un corpo permanente di 10 000 guardie di frontiera. Abbiamo bisogno di solidarietà: dobbiamo aiutarci a vicenda e dare, tutti, il nostro contributo. Dobbiamo trovare un nuovo modo per condividere gli oneri. E dobbiamo offrire ai paesi di origine e di transito una cooperazione equa, nell’interesse di entrambe le parti. La diplomazia, lo sviluppo economico, gli investimenti, la stabilità e la sicurezza sono dimensioni necessarie affinché le persone abbiano delle prospettive.
La sfida di una politica estera e di difesa europea
Il mondo chiede più Europa. Il mondo ha bisogno di più Europa. Credo che l’Europa debba parlare con voce più forte e più unita sulla scena mondiale, e debba agire rapidamente. Per questo motivo dobbiamo avere il coraggio di adottare decisioni di politica estera a maggioranza qualificata e di restare uniti nel difenderle. Resteremo transatlantici e dobbiamo diventare più europei. Ed è per questo che abbiamo creato l’Unione europea della difesa. I nostri sforzi per realizzare la nostra Unione europea della sicurezza e della difesa è parte integrante della sicurezza globale.
La sfida della Brexit
L’accordo di recesso concluso con il governo del Regno Unito crea certezza laddove la Brexit ha generato incertezza: tutela i diritti dei cittadini e mantiene la pace e la stabilità nell’isola d’Irlanda. Queste due priorità sono anche le mie. Tuttavia, sono pronta ad appoggiare un’ulteriore proroga della data di recesso, se fosse necessario più tempo per un valido motivo. In ogni caso, il Regno Unito resterà nostro alleato, nostro partner e nostro amico.
La sfida per una maggiore democrazia in Europa
Voglio che i cittadini europei svolgano un ruolo attivo e determinante nella costruzione del futuro della nostra Unione. Voglio che possano dire la loro in una conferenza sul futuro dell’Europa, da avviare nel 2020 per una durata di due anni. Desidero che Commissione e Parlamento europeo lavorino insieme per migliorare il sistema dei capilista (Spitzenkandidaten), un sistema che dobbiamo rendere più visibile agli elettori, affrontando la questione delle liste transnazionali per le elezioni europee quale strumento complementare della democrazia europea. Sono favorevole a un diritto d’iniziativa per il Parlamento europeo. Quando questa assemblea, deliberando a maggioranza dei suoi membri, adotterà risoluzioni che chiedono alla Commissione di presentare proposte legislative, mi impegno a rispondere con un atto legislativo nel pieno rispetto dei principi di proporzionalità e sussidiarietà.
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